Welcome back to Shatila paradise
|La nostra collaborazione con il centro CYC di Shatila continua a generare nuovi frutti.
Durante il primo viaggio tecnico di Agosto eravamo riusciti ad implementare il primo kW dell’impia nto pilota, verificando la possibilità di integrare 1 kW di fotovoltaico con il sistema di UPS e batterie esistente.
Inoltre, negli gli ultimi mesi, grazie a una donazione dell’UNESCO, le persone del CYC hanno ampliato l’impianto con un ulteriore kW di pannelli. Siamo rimasti particolarmente contenti nel vedere le persone del CYC integrare in autonomia l’impianto esistente e contribuire ad un’idea di cambiamento. Le immagini della struttura di ferro creata ad hoc per sorreggere i nuovi pannelli avrebbero fatto cadere dalla sedia molti di noi, se in questi anni non avessimo imparato a conoscere e riconoscere la capacità di adattamento delle persone del campo palestinese.
Nel mese di Aprile una parte del gruppo di ISF è tornata giù in Libano. Dopo alcuni mesi di assenza era importante confrontarsi con le persone del centro per valutare l’impatto dell’introduzione di questa tecnologia. Al nostro arrivo siamo stati piacevolmente sorpresi nel sentirci raccontare come l’impianto abbia garantito la fornitura di elettricità al primo piano del centro durante tutto l’inverno, lasciando il centro senza elettricità solamente in tre occasioni.
Forti di queste notizie e grazie al contributo di alcune donazioni come l’8 x mille della Tavola Valdese, gli amici di Unrra Casas e la sede di ISF-Torino, abbiamo proceduto con un ulteriore ampliamento dell’impianto. E’ stato infatti replicato un sistema di pannelli, UPS e batterie in modo da riuscire a garantire l’autonomia non solo del primo piano, ma dell’intero centro. Attualmente perciò risultano installati sul tetto del centro 3 kW di pannelli, connessi a due UPS (3kWA e 4 kWA) ed 8 batterie (15 kWh eq. Totali). Vista la buona riuscita dell’intervento, si è deciso inoltre di connettere l’impianto anche ad un edificio contiguo per fornire di un sistema di backup anche la guest house del CYC.
Questa volta, oltre al personale del CYC, abbiamo cercato di coinvolgere ed affiancare ulteriori figure tecniche del campo. Come ISF cerchiamo sempre di assicurarci che il progetto tecnico sia in realtà un volano per innescare processi partecipativi all’interno dei progetti.
Ci siamo imbattuti ad esempio in un ingegnere palestinese laureato a Cuba negli anni ’80 che da più di 30 anni integra piccoli impianti fotovoltaici per dare autonomia ad alcuni sistemi radio disseminati sulle montagne del Libano. Sorride quando vede i nostri pannelli così luccicanti sul tetto del CYC. Si augura che alla prossima guerra qualcuno non decida di usare l’impianto come target per i bombardamenti.
E’ in questi piccoli aforismi che trapela la differenza tra il nostro modo di vivere e quello di un profugo palestinese che da cinquant’anni vive qui a Shatila . Da queste parti la guerra si riaffaccia ogni dieci/quindici anni. Un progetto fotovoltaico ha il suo punto di forza nella sostenibilità a lungo termine. Con questo progetto Abu Mujhaed e il CYC non stanno solamente garantendo elettricità al centro, ma come profughi si stanno conquistando il diritto di costruirsi un futuro meno incerto.
E noi, siamo con loro.