Fotovoltaico a Shatila

L’idea di un impianto fotovoltaico per rendere energeticamente autonomo il centro di aggregazione giovanile del CYC a Shatila è nata nel 2012 dopo i primi contatti con il centro. Durante i primi periodi di permanenza a Shatila, abbiamo notato come molte delle attività del centro subivano alcune interruzioni durante i prolungati e frequenti periodi di blackout. Per comprendere come si svolge una giornata a Shatila puoi leggere il racconto scritto da uno dei partenti del viaggio di Agosto.

La situazione elettrica del campo

Nei diversi campi palestinesi presenti in Libano, la fornitura di energia elettrica subisce ciclicamente interruzioni di 4/6 ore. La problematica è figlia di una situazione libanese altrettanto instabile: diversi blackout si verificano giornalmente persino nelle zone centrali e più turistiche di Beirut.

Questa situazione ha prodotto nel corso degli anni la proliferazione di un mercato di vendita di energia elettrica parallelo, in cui gruppi elettrogeni vengono attivati durante le ore di assenza di energia. Inoltre, mentre la corrente elettrica della rete viene fornita con tariffe che non prevedono il conteggio dell’energia consumata (flat), il costo per la disponibilità di 1 kW di potenza da un generatore è di circa 50 € al mese, da versare alla persona o alla società che fornisce il servizio.

Edifici scolastici, ospedali e negozi hanno negli anni optato per installare gruppi elettrogeni autonomi o sistemi UPS con relative batterie da riShaila_elettrogenocaricare durante il periodo di fornitura dell’energia elettrica. Questa soluzione nel breve periodo permette il funzionamento dei carichi e degli strumenti indispensabili per continuare le attività lavorative.

Tuttavia il consumo di carburante e il costo dei generatori rende particolarmente costosa la fornitura di energia, mentre l’utilizzo giornaliero degli UPS causa, nel giro di un anno, la completa inutilità delle batterie (le comuni batterie al piombo sono garantite per circa 300/500 cicli di vita) e la necessità di sostituzione delle stesse.


Prima installazione impianto (Agosto 2014)

Il primo passo che abbiamo fatto come gruppo è stato quello di valutare le attività del centro, prevalentemente diurne, e perciò i consumi durante le giornate di lavoro. L’impianto fotovoltaico è stato pensato per essere interfacciato con gli impianti UPS già presenti nei diversi piani del centro. A differenza dei gruppi elettrogeni inoltre, l’installazione di un impianto fotovoltaico, riduce il costo dell’energia sul lungo periodo ed evita la repentina sostituzione delle batterie.

La progettazione dell’intero sistema ha richiesto alcuni mesi, in cui insieme al partner si è cercato di trovare una soluzione che fosse economica e allo stesso tempo riproducibile in loco.

Uno degli aspetti più delicati del progetto è stata la difficoltà nel reperire fondi e materiale. Il costo finale dei pannelli (800€), dei viaggi (1500€) e del materiale elettrico (800€) è stato coperto grazie al contributo del 8x 1000 della Chiesa Valdese, mentre Il CYC ha provveduto a ricoprire il costo delle batterie (800€).

Come Ingegneria Senza Frontiere cerchiamo inoltre di utilizzare solamente materiale disponibile in loco per garantire la riproducibilità dell’intervento, ma per abbattere i costi si è preferito reperire in Italia il materiale e spedirlo mediante il supporto e la collaborazione con la Cooperazione italiana in Libano. In Libano i componenti acquistati sono tutti disponibili ma con costi leggermente superiori (es. 1 kW di fotovoltaico si aggira intorno ai 1000-1200€).

La soluzione della prima installazione pilota ha previsto perciò l’installazione di:

  • Shatila_PV1 kWp di pannelli (4 pannelli da 250 W)
  • 1 regolatore di carica 1.8 kW (per permettere l’espansione dell’impianto)
  • la sostituzione delle 4 batterie da 150 Ah dell’UPS da 3 kW con batterie a scarica lenta (oltre 2000 cicli)

L’impianto pilota realizzato ha dimostrato fin dai primi giorni di funzionamento di riuscire a coprire il fabbisogno dei due piani del centro, garantendo spesso per l’intero periodi di blackout, l’utilizzo della sola energia solare per il funzionamento dei carichi dei piani.

Impianto finale (Aprile 2015 e 2016)

Il progetto fotovoltaico è stato ampliato in due successivi viaggi effettuati nel mese di Aprile 2015 e Aprile 2016. Forti dell’esperienza maturata durante il primo viaggio di installazione, abbiamo stato replicato l’impianto per connettere anche i restanti piani dell’edificio del CYC connettendo anche l’edificio della guest-house.

L’impianto finale realizzato consiste di due sistemi fotovoltaici paralleli per un totale di:

  • 3,4 KWp di pannelli
  • 2 UPS  da 3000 KVA
  • 8 batterie da 150 Ah.

Il CYC si è inoltre occupato di costruire una struttura più grande per alzare i pannelli e ridurre l’ombreggiamento.

Il personale del CYC aveva già ottime conoscenze dei sistemi UPS + batteria, durante questi anni abbiamo affiancato sia figure tecniche che semplici operatori per gestire anche le componenti che riguardano la parte fotovoltaica.

Aspetti sociali

Fotovoltaico_presentazioneDurante le varie fasi di realizzazione l’impianto è stato illustrato e mostrato ad alcuni responsabili di realtà locali presenti a Shatila: associazioni, centri di formazione e partiti politici.

L’importanza di un intervento di questo genere in un campo palestinese assume un duplice valore:

  • dimostrare come con uno sguardo lungimirante sia possibile garantire la fornitura elettrica riducendo l’inquinamento locale;
  • un impianto fotovoltaico diventa un piccolo tassello per il CYC, in modo da aumentare la sua autonomia dalle politiche nazionali e locali che spesso danneggiano le attività dei vari operatori.

In questi anni di progetto, alcune realtà locali ci hanno espresso però dubbi sulla possibilità di fare questo tipo di interventi: replicare l’impianto in piena autonomia economica diventa molto difficile poichè richiede circa 10 anni di investimento.

All’interno della difficile situazione politica che i palestinesi in Libano vivono quotidianamente, questo progetto restituisce una piccola boccata di ossigeno per chi opera nel centro. Si è cercato di dare uno spunto per liberarsi dal clima di emergenza e schiavitù della rete elettrica che immobilizza le attività quotidiane e che condiziona fortemente le prospettive della comunità. Speriamo perciò di avere restituito al CYC energie da destinare alla formazione delle ragazze e dei ragazzi palestinesi.

Finanziamenti e contributi

L’idea di un progetto fotovoltaico a Shatila è partita inizialmente grazie a piccoli contributi di privati e associazioni che ci hanno permesso di effettuare le prime valutazioni. Successivamente il progetto ha ricevuto il prezioso finanziamento 8 x 1000 della Chiesa Valdese con cui è stato possibile affiancare il personale locale per rendere energeticamente autonomo l’intero centro del CYC

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